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La questione è molto problematica, in quanto il lungo lasso di tempo trascorso può facilmente condurre a una pronuncia di usucapione del terreno a favore della pubblica amministrazione, anche ammettende un vizio nella procedura.
Peraltro il T.U.Espropri, prevede che il procedimento espropriativo si svolga a favore del proprietario catastale (e così era anche nel 1966). Vero è però che il decreto di esproprio andrebbe effettuato a favore del proprietario reale, in quanto solo così può essere fatto oggetto di trascrizione ipotecaria.
Il punto da comprendere allora in primo luogo è se si sia concluso un regolare procedimento espropriativo con emissione di un decreto di esproprio trascritto, o se viceversa si sia trattato, come spesso in quegli anni, di un procedimento iniziato con l’occupato del terreno e l’esecuzione dell’opera, e poi mai formalmente concluso.
In questo caso si tratterebbe di occupazione illegittima e il proprietario effettivo avrebbe pieno diritto di tutelare i suoi interessi.
Salvo, come dicevo all’inizio, il problema del lasso di tempo trascorso e il rischio che il procedimento si concluda con una condanna per usucapione.
Va peraltro evidenziato come un procedimento potrebbe essere comunque utile, per ottenere almeno (in caso di occupazione illegittima) la volturazione del bene a carico dell’ente, altrimenti vi è il paradosso che il proprietario-non più proprietario continui a pagare sul terreno stesso le tasse. Altro modo per ottenere la volturazione, diverso da un procedimento giudiziario, non vi è.
Mi scuso se sono stato un po’ lungo ma ho cercato di rappresentare la problematicità del caso.
Restiamo a disposizone per un approfondimento della situazione
cordiali saluti
avv Brancati