Atto di cessione bonaria ed atto di compravendita: l’importanza della distinzione ai fini dell’istanza di retrocessione
Atto di cessione bonaria ed atto di compravendita sono due atti che pur perseguendo il medesimo scopo, ovvero il trasferimento della proprietà del bene, hanno caratteristiche piuttosto diverse.
La compravendita è un atto liberamente stipulato tra privati. Ove a un tale atto intervenga una pubblica amministrazione, quest’ultima opera secondo le ordinarie regole del diritto civile.
Diversamente l’atto di cessione bonaria o amichevole è un particolare atto di diritto pubblico che trova la sua fonte nel diritto delle espropriazioni e che ha la sua origine nell’ambito di un procedimento espropriativo. Tale atto si pone come una modalità di conclusione del procedimento alternativa al decreto di esproprio.
Di chi è la competenza a emettere un provvedimento di acquisizione sanante
Nella sentenza riportata la Suprema Corte di Cassazione affronta il caso di un provvedimento di acquisizione sanante emesso dall’organo comunale. La Corte in primo luogo si sofferma ad evidenziare come in ambito comunale la competenza ad emettere il provvedimento ex art. 42 bis dpr 327/2001 è del Consiglio Comunale, organo che in base al D.lg 267/2000 ha la competenza a disporre le acquisizioni ed alienazioni immobiliare. Da ciò consegue l’irrilevanza del successivo provvedimento attuativo posto in essere dal Dirigente dell’ufficio comunale.
Occupazione illegittima: rapporti tra azione amministrativa e causa per usucapione
Occupazione illegittima: rapporti tra azione amministrativa e causa per usucapione – Il collegio giudicante, nella sentenza qui esaminata, affronta il delicato rapporto tra azione amministrativa relativa ad una illegittima occupazione e pendenza di azione civile per usucapione del bene.
Provvedimento di acquisizione sanante sopravvenuto nel corso del procedimento per la restituzione di un bene illegittimamente occupato
Qualora nel corso del giudizio intentato per ottenere la restituzione di un bene illegittimamente occupato e il risarcimento del danno conseguente all’occupazione abusiva, sopravvenga il provvedimento di acquisizione sanante, la relativa domanda va dichiarata improcedibile, giacché tutte le aspettative di tutela del privato, risarcitorie e restitutorie, si canalizzano nell’eventuale contenzioso avente ad oggetto il provvedimento acquisitivo
Indennità aggiuntiva a favore del coltivatore: come si calcola?
Cassazione civile sez. I, 22/02/2025, n.4673: “Ai fini del calcolo dell’indennità aggiuntiva di cui ex artt. 40 e 42 d.P.R. n. 327/2001, ovvero spettante al proprietario coltivatore diretto o imprenditore agricolo, deve tenersi conto dell’aumento di valore di cui il suolo viene a beneficiare in ragione del soprassuolo. È esclusa la possibilità di determinare tale indennità sulla sola base del valore tabellare previsto per i suoli agricoli e per quelli non aventi vocazione edificatoria, trattandosi di un criterio di computo astratto, che non soddisfa il requisito del «ragionevole legame» con il valore di mercato del bene, ponendosi dunque in contrapposizione con il concetto di «serio ristoro» di cui all’art. 42 Cost.”
Indennità di espropriazione e immobili abusivi
Il principio Indennità di espropriazione e immobili abusivi va però mitigato sempre sulla scorta di quanto previsto dalla normativa di legge. L’articolo richiamato, infatti, precisa al comma 2 bis che qualora sia pendente una procedura finalizzata al rilascio di concessione in sanatoria, l’indennità di esproprio può essere riconosciuta integralmente qualora il Comune rilasci una dichiarazione in cui accerti la sanabilità dell’immobile.
La svalutazione della porzione residua deve essere calcolata anche in caso di provvedimento di acquisizione sanante
La sentenza della Suprema Corte di Cassazione evidenza come, anche in caso di provvedimento di acquisizione sanante ex art. 42 bis, l’indennità dovuta al proprietario debba contemplare non solo il valore del bene espropriato ma altresì la svalutazione subita dalla porzione residua del bene.
I diritti del creditore ipotecario in caso di espropriazione per pubblica utilità
I diritti del creditore ipotecario in caso di espropriazione per pubblica utilità. In caso di espropriazione per pubblica utilità del bene gravato da ipoteca, il creditore ipotecario può fare valere il privilegio nascente dall’ipoteca solo sulle somme corrisposte o da corrispondere all’originario debitore, non potendo ottenere condanne dirette nei confronti dell’espropriante o procedere in via esecutiva contro di lui.
La prescrizione del diritto all’indennità di esproprio
In questa sentenza la Suprema Corte di Cassazione rammenta come il diritto a riscuotere l’indennità di espropriazione sia un ordinario diritto di credito. Tale diritto trova la sua fonte nel decreto di esproprio che determina il trasferimento coattivo della proprietà di un bene e fa sorgere il diritto creditorio all’indennità di esproprio.
La destinazione a verde pubblico è un vincolo espropriativo?
La destinazione a verde pubblico è un vincolo espropriativo? La qualificazione del vincolo come espropriativo assume importanza fondamentale nell’ambito della valutazione del bene espropriato in quanto l’art. 32 dpr 327/2001 esclude che di tale vincolo si possa tenere conto nella determinazione dell’indennità di espropriazione
Indennità di esproprio e comproprietà
In caso di espropriazione di bene indiviso e comproprietà, l’opposizione del singolo comproprietario contro la stima dell’indennità è sufficiente per estendere il giudizio alla determinazione dell’intero diritto e quindi dell’intera indennità, anche a beneficio degli altri comproprietari non opponenti. Il giudizio di determinazione dell’indennità ha carattere unitario e investe il diritto nella sua interezza, senza la necessità di indicare le quote di spettanza dei singoli comproprietari.
L’impugnazione dell’indennità di esproprio in caso di comproprietà del bene
La sentenza in esame in merito all’impugnazione dell’indennità di esproprio in caso di comproprietà del bene evidenzia il diritto di ciascun comproprietario di tutelare autonomamente il proprio diritto. Pertanto nell’ambito del giudizio di opposizione alla stima il singolo comproprietario potrà agire senza dover chiamare in causa gli altri comproprietari. In termini tecnici si dice che non sussiste litisconsorzio necessario.
Indennità di occupazione e diritto agli interessi
In merito al diritto agli interessi la Suprema Corte di Cassazione ribadisce che il diritto a percepire l’indennità di occupazione matura di anno in anno dalla data di emissione del decreto di occupazione. La sentenza è sul tema interessante in quanto afferma che per far nascere il diritto al pagamento dell’indennità basta l’emissione del decreto, non essendo quindi necessario considerare come giorno iniziale quello della redazione del verbale di immissione in possesso
La natura dell’indennità di espropriazione
Secondo la Suprema Corte il diritto al pagamento dell’indennità di espropriazione è un ordinario diritto di credito. In ragione di ciò il diritto a riscuotere l’indennità è soggetto all’ordinario termine di prescrizione decennale.
Mutamento della destinazione urbanistica e determinazione dell’indennità di espropriazione
Ai fini della determinazione dell’indennità di espropriazione, la qualificazione dell’area deve essere valutata considerando le caratteristiche del bene alla data del decreto di esproprio, tenendo conto dei vincoli conformativi a tempo indeterminato e prescindendo dai vincoli espropriativi o preordinati all’esproprio. Inoltre, non è possibile retrodatare la qualificazione dell’area in caso di mutamento della destinazione urbanistica, altrimenti l’indennizzo sarebbe inficiato da astrattezza.
Le contestazioni alla consulenza tecnica d’ufficio possono essere sollevate fino alle conclusioni
La sentenza esaminata Cassazione civile sez. I, 18/09/2024, n.25109 afferma che le contestazioni alla perizia del consulente posso essere sollevate non soltanto nell’udienza di esame della ctu, ma anche successivamente e fino alla memoria conclusionale, costituendo argomentazioni difensive sempre ammesse.
Legittimazione al pagamento dell’indennità di esproprio: chi deve pagare?
In caso di espropriazione per pubblica utilità, il soggetto legittimato al pagamento dell’indennità di occupazione e di esproprio è generalmente l’ente beneficiario dell’espropriazione, salvo diversa indicazione nel decreto ablativo. Nei procedimenti in cui più soggetti condividono il potere espropriativo, la legittimazione passiva va valutata in base al ruolo e ai poteri effettivamente esercitati da ciascun ente convenuto. In presenza di una delega del concessionario per atti della procedura ablatoria, non sussiste solidarietà passiva del delegato, rimanendo il beneficiario l’unico obbligato al pagamento dell’indennità.
Diritto alla retrocessione in caso di espropriazione per pubblico interesse
Sul diritto alla retrocessione la Suprema Corte insegna che il decreto di esproprio non può essere revocato una volta che sia stato emesso ed eseguito. Qualora quindi la pubblica amministrazione non sia più interessata al bene e voglia restituirlo al privato occorre porre in essere un procedimento di retrocessione, salvo ovviamente che la Pubblica Amministrazione non voglia servirsi di strumenti civilistici quali la stipula di un atto notarile.
Destinazione a verde pubblico attrezzato o a parco urbano e vincolo espropriativo
La destinazione di un terreno a verde pubblico o a parco urbano non comporta automaticamente la qualificazione del vincolo come espropriativo. Come insegna il Consiglio di Stato, infatti, per attribuire tale qualificazione al bene occorre una analisi più approfondita dello strumento urbanistico volta a comprendere le effettive possibili utilizzazioni attribuite al privato. Ove infatti l’opera sia realizzabile anche dal privato che possa trarne una adeguato vantaggio economico, il vincolo dovrà essere qualificato come conformativo
Presupposti della retrocessione parziale
Il Consiglio di Stato conferma che la retrocessione parziale non costituisce un diritto dell’ex proprietario: occorre infatti una valutazione discrezionale della P.A. che attesti l’inservibilità del bene espropriato
Distinzione tra vincoli conformativi e vincoli espropriativi
Per comprendere se un vincolo sia conformativo o espropriativo, spiega la Suprema Corte, occorre guardare all’atto di pianificazione urbanistica. Se il vincolo è specifico e riguarda una singola opera pubblica, tale vincolo deve qualificarsi come espropriativo e di questo non si deve tenere conto nella determinazione dell’indennità ex art. 32 dpr 327/2001
Indennizzo ex art. 44 e prescrizione dell’azione
L’azione ex art. 44 dpr 327/2001 spettante al proprietario non espropriato che abbia subito una diminuzione di valore del proprio bene a causa della realizzazione di un’opera pubblica, è soggetto esclusivamente a prescrizione decennale e non a decadenza. Il termine prescrizionale inizia a decorrere da quando l’opera è entrata in esercizio o comunque da quando il privato ha iniziato a subire il pregiudizio lamentato.
L’indennizzo delle aree prive di destinazione urbanistica
Cassazione civile sez. I, 18/04/2023, n.10289: “Ai fini della determinazione dell’indennità di espropriazione delle aree prive di pianificazione urbanistica, la stima non può risolversi in un mero esercizio qualificatorio dell’astratta natura dell’area, ma deve corrispondere all’effettivo valore di mercato di questa secondo le sue caratteristiche concrete espresse in termini monetari, desunte da taluni fatti-indice obiettivi […]
Retrocessione totale e retrocessione parziale
Consiglio di Stato sez. IV, 06/06/2023, n.5555Per la retrocessione totale viene in rilievo la definitiva inutilità del bene o comunque semplicemente la mancata attuazione dell’intera opera o finalità pubblica, per fattori sopravvenuti, difficoltà attuative o finanche errori di programmazione o di realizzazione, per cui non vi è ragione, ove la parte ne manifesti la volontà, […]
Occupazione illegittima: non si matura la prescrizione dei diritti risarcitori
Consiglio di Stato sez. IV, 19/04/2023, n.3965 L’occupazione senza titolo di un bene, originariamente occupato per dare corso alla realizzazione di un’opera pubblica o di pubblica utilità e non acquisito alla proprietà pubblica mediante l’emanazione del decreto di esproprio, configura un illecito permanente i cui effetti lesivi si rinnovano di giorno in giorno finché perdura […]
Il termine di impugnazione del provvedimento di acquisizione sanante ex art. 42 bis dpr 327/2001
AGGIORNAMENTO DICEMBRE 2023
Con una recente sentenza di dicembre 2023 sul termine di impugnazione del provvedimento di acquisizione sanante la Suprema Corte di Cassazione ha però evidenziato come non sia applicabile al caso di specie il termine breve decadenziale; l’azione è quindi soggetta all’ordinario termine prescrizionale decennale.
Occupazione acquisitiva ed usucapione
Cassazione civile, sez. II, 28/06/2023, n. 18445 L’occupazione usurpativa di un fondo da parte della P.A. è compatibile con l’usucapione del fondo medesimo da parte dell’ente occupante, in quanto la totale assenza dei presupposti di esercizio del potere ablativo, che connota detta occupazione, lascia intatta la facoltà del proprietario di rivendicare il bene, col limite di […]
I danni da sconfinamento
La Suprema Corte di Cassazione indica nella giurisdizione ordinaria, e non in quella amministrativa, l’organo deputato al riconoscimento del risarcimento dei danni di sconfinamento
Espropriazione parziale di bene unitario ed immissioni inquinanti
Cassazione civile sez. I, 14/04/2023, n.9959. Nella determinazione dell’indennità di esproprio ex art. 33 dpr 327/2001, deve tenersi conto anche del decremento di valore della porzione residua del bene. Nell’ambito di tale valutazione, ricorda la Suprema Corte con questa sentenza, è necessario anche considerare le diminuite possibilità di utilizzo dell’area residua (sedime) connesse alla presenza […]