Espropriazione: stima analitica o sintetico-comparativa?

La Corte di Cassazione torna sul tema delle modalità di stima dei beni soggetti a procedura espropriativa. Negli ultimi anni può evidenziarsi una tendenza che mira a preferire il sistema sintetico comparativo, basato sulla ricognizione di atti riferibili a beni comparabili. Tuttavia la Suprema Corte, più volte, ha anche evidenziato la piena legittimità di ricorrere ad una stima di tipo analitico ricostruttiva (nelle tante modalità che tale sistema estimativo può comprendere).

La scelta del metodo che meglio si adatta al caso di specie spetta al giudice di merito e quindi, inevitabilmente al CTU, con il solo limite della effettività del risultato.

Cassazione civile sez. un., 09/04/2020, n.7763: “In tema di liquidazione dell’indennità di espropriazione, la determinazione del valore di mercato dello immobile espropriato può essere effettuata tanto con metodo sintetico-comparativo, fondato sul confronto con il prezzo corrente di beni aventi caratteristiche omogenee, quanto con metodo analitico-ricostruttivo, fondato sull’accertamento del costo di trasformazione del fondo, non potendosi stabilire un rapporto di regola ad eccezione tra i due criteri, e dovendosi pertanto considerare rimessa al prudente apprezzamento del giudice di merito la relativa scelta, alla sola condizione che la stima risulti improntata, per quanto possibile, a canoni di effettività”

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