Art. 8: decreto di esproprio – condizioni

Art. 8. (L) Le fasi del procedimento espropriativi
1. Il decreto di esproprio può essere emanato qualora:

  1. a) l’opera da realizzare sia prevista nello strumento urbanistico generale, o in un atto di natura ed efficacia equivalente, e sul bene da espropriare sia stato apposto il vincolo preordinato all’esproprio;
  2. b) vi sia stata la dichiarazione di pubblica utilità;
  3. c) sia stata determinata, anche se in via provvisoria, l’indennità di esproprio. (L)

[T.A.R.  L’Aquila  Abruzzo  sez. I, 11 febbraio 2010, n. 73: decreto di esproprio, necessario il deposito dell’indennità?
Ai sensi dell’art. 8 comma 1 lett. c), d.P.R. 8 giugno 2001 n. 327, costituisce requisito di legittimità del decreto di esproprio la determinazione, anche se in via provvisoria, dell’indennità di esproprio, mentre non è richiesto che essa sia anche effettivamente corrisposta o depositata presso la Cassa depositi e prestiti.

T.A.R.  Salerno  Campania  sez. II, 08 gennaio 2009, n. 15: vincolo espropriativo e decreto di esproprio
Il principio di unità del procedimento espropriativo trova testuale conferma nell’art. 8,l d.P.R. n. 327 del 2001 che individua, quali presupposti per l’emissione del decreto di esproprio, la previsione, nello strumento urbanistico ovvero in un atto per natura a questo equivalente, dell’opera da realizzare e l’apposizione sui beni da espropriare del vincolo preordinato all’esproprio.

T.A.R.  Torino  Piemonte  sez. II, 16 gennaio 2008, n. 39: vincolo espropriativo e decreto di esproprio 2
È illegittima per violazione dell’art. 8 e ss., d.P.R. n. 327 del 2001 la procedura espropriativa allorché sia la deliberazione comunale di approvazione del progetto definitivo di un’opera pubblica, sia il decreto di occupazione d’urgenza preordinata all’espropriazione non sono stati preceduti dall’apposizione di un valido ed efficace vincolo preordinato all’esproprio (nel caso di specie, la variante al P.R.G. che prevedeva l’opera stessa era stata adottata dal Consiglio Comunale, ma non aveva conseguito l’approvazione definitiva).

T.A.R. Abruzzo L’Aquila Sez. I, 11/02/2010, n. 73: decreto di esproprio e determinazione dell’indennità provvisoria
L’art. 8 del T.U. d.p.r. 327/2001, comma I, lettera c), prevede che requisito di legittimità del decreto di esproprio sia la determinazione, anche se in via provvisoria, dell’indennità di esproprio. La ratio di tale disposizione risiede nell’esigenza di consentire sia la rapida corresponsione dell’indennità sia l’immediata tutela giurisdizionale mediante l’opposizione alla stima. Non è invece richiesto, da tale disposizione, e non è requisito di legittimità, che l’indennità provvisoria sia non solo determinata ma anche effettivamente corrisposta o depositata presso la cassa depositi e prestiti, imponendo il verbo utilizzato non già un obbligo (di corrispondere o depositare l’indennità) ma un mero onere informativo.

T.A.R. Molise Campobasso Sez. I, 27/03/2009, n. 93: esproprio con vincolo scaduto“]Dalla decadenza del P.I.P. deriva la inefficacia dei vincoli espropriativi imposti con la sua approvazione. Difettando il necessario vincolo preordinato all’esproprio, risulta evidente che tutti gli atti dell’impugnato procedimento ablatorio sono illegittimi, per violazione degli artt. 8 e segg. del D.P.R. n. 327/2001 e per la erroneità dei presupposti di fatto e di diritto. Invero, l’emanazione di qualunque atto della procedura ablatoria successivamente alla scadenza di efficacia del P.I.P. configura un provvedimento illegittimo.

Cons. Stato Sez. V, 04/11/1994, n. 1257: decreto di esproprio e conformità urbanistica“]La previsione di cui al comma 4, art. 1, legge n. 1 del 1978, può trovare applicazione quando la destinazione prevista dal piano vigente e quella che intende disporre il consiglio comunale abbiano un punto indefettibile in comune e cioè che sull’area, in luogo della realizzazione dei servizi pubblici originariamente previsti, sia prevista la realizzazione di opere pubbliche diverse; se, invece, il piano urbanistico non prevede la realizzazione sull’area di servizi pubblici e il consiglio comunale per la prima volta prevede la loro realizzazione, non basta approvare il progetto ai sensi del citato art. 1, comma 4, ma occorre apportare la variante al piano, sulla quale dovrà pronunciarsi anche l’autorità competente alla sua approvazione.

Cons. Stato Sez. IV, 01/07/1992, n. 661: prg non adottato, possibile l’esproprio?
Le prescrizioni del piano regolatore generale approvato ma non ancora adottato possono produrre soltanto l’effetto di salvaguardare la preordinata destinazione di un fondo; pertanto, è illegittima la dichiarazione di pubblica utilità di un’opera localizzata in zona con destinazione urbanistica ancora contrastante per mancata adozione della variante del piano stesso.

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