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I diritti del creditore ipotecario in caso di espropriazione per pubblica utilità

I diritti del creditore ipotecario in caso di espropriazione per pubblica utilità. In caso di espropriazione per pubblica utilità del bene gravato da ipoteca, il creditore ipotecario può fare valere il privilegio nascente dall’ipoteca solo sulle somme corrisposte o da corrispondere all’originario debitore, non potendo ottenere condanne dirette nei confronti dell’espropriante o procedere in via esecutiva contro di lui.

La prescrizione del diritto all’indennità di esproprio

In questa sentenza la Suprema Corte di Cassazione rammenta come il diritto a riscuotere l’indennità di espropriazione sia un ordinario diritto di credito. Tale diritto trova la sua fonte nel decreto di esproprio che determina il trasferimento coattivo della proprietà di un bene e fa sorgere il diritto creditorio all’indennità di esproprio.

La destinazione a verde pubblico è un vincolo espropriativo?

La destinazione a verde pubblico è un vincolo espropriativo? La qualificazione del vincolo come espropriativo assume importanza fondamentale nell’ambito della valutazione del bene espropriato in quanto l’art. 32 dpr 327/2001 esclude che di tale vincolo si possa tenere conto nella determinazione dell’indennità di espropriazione

Indennità di esproprio e comproprietà

In caso di espropriazione di bene indiviso e comproprietà, l’opposizione del singolo comproprietario contro la stima dell’indennità è sufficiente per estendere il giudizio alla determinazione dell’intero diritto e quindi dell’intera indennità, anche a beneficio degli altri comproprietari non opponenti. Il giudizio di determinazione dell’indennità ha carattere unitario e investe il diritto nella sua interezza, senza la necessità di indicare le quote di spettanza dei singoli comproprietari.

L’impugnazione dell’indennità di esproprio in caso di comproprietà del bene

La sentenza in esame in merito all’impugnazione dell’indennità di esproprio in caso di comproprietà del bene evidenzia il diritto di ciascun comproprietario di tutelare autonomamente il proprio diritto. Pertanto nell’ambito del giudizio di opposizione alla stima il singolo comproprietario potrà agire senza dover chiamare in causa gli altri comproprietari. In termini tecnici si dice che non sussiste litisconsorzio necessario.

Indennità di occupazione e diritto agli interessi

In merito al diritto agli interessi la Suprema Corte di Cassazione ribadisce che il diritto a percepire l’indennità di occupazione matura di anno in anno dalla data di emissione del decreto di occupazione. La sentenza è sul tema interessante in quanto afferma che per far nascere il diritto al pagamento dell’indennità basta l’emissione del decreto, non essendo quindi necessario considerare come giorno iniziale quello della redazione del verbale di immissione in possesso

La natura dell’indennità di espropriazione

Secondo la Suprema Corte il diritto al pagamento dell’indennità di espropriazione è un ordinario diritto di credito. In ragione di ciò il diritto a riscuotere l’indennità è soggetto all’ordinario termine di prescrizione decennale.

Mutamento della destinazione urbanistica e determinazione dell’indennità di espropriazione

Ai fini della determinazione dell’indennità di espropriazione, la qualificazione dell’area deve essere valutata considerando le caratteristiche del bene alla data del decreto di esproprio, tenendo conto dei vincoli conformativi a tempo indeterminato e prescindendo dai vincoli espropriativi o preordinati all’esproprio. Inoltre, non è possibile retrodatare la qualificazione dell’area in caso di mutamento della destinazione urbanistica, altrimenti l’indennizzo sarebbe inficiato da astrattezza.

Legittimazione al pagamento dell’indennità di esproprio: chi deve pagare?

In caso di espropriazione per pubblica utilità, il soggetto legittimato al pagamento dell’indennità di occupazione e di esproprio è generalmente l’ente beneficiario dell’espropriazione, salvo diversa indicazione nel decreto ablativo. Nei procedimenti in cui più soggetti condividono il potere espropriativo, la legittimazione passiva va valutata in base al ruolo e ai poteri effettivamente esercitati da ciascun ente convenuto. In presenza di una delega del concessionario per atti della procedura ablatoria, non sussiste solidarietà passiva del delegato, rimanendo il beneficiario l’unico obbligato al pagamento dell’indennità.

Diritto alla retrocessione in caso di espropriazione per pubblico interesse

Sul diritto alla retrocessione la Suprema Corte insegna che il decreto di esproprio non può essere revocato una volta che sia stato emesso ed eseguito. Qualora quindi la pubblica amministrazione non sia più interessata al bene e voglia restituirlo al privato occorre porre in essere un procedimento di retrocessione, salvo ovviamente che la Pubblica Amministrazione non voglia servirsi di strumenti civilistici quali la stipula di un atto notarile.

Destinazione a verde pubblico attrezzato o a parco urbano e vincolo espropriativo

La destinazione di un terreno a verde pubblico o a parco urbano non comporta automaticamente la qualificazione del vincolo come espropriativo. Come insegna il Consiglio di Stato, infatti, per attribuire tale qualificazione al bene occorre una analisi più approfondita dello strumento urbanistico volta a comprendere le effettive possibili utilizzazioni attribuite al privato. Ove infatti l’opera sia realizzabile anche dal privato che possa trarne una adeguato vantaggio economico, il vincolo dovrà essere qualificato come conformativo

Presupposti della retrocessione parziale

Il Consiglio di Stato conferma che la retrocessione parziale non costituisce un diritto dell’ex proprietario: occorre infatti una valutazione discrezionale della P.A. che attesti l’inservibilità del bene espropriato

Distinzione tra vincoli conformativi e vincoli espropriativi

Per comprendere se un vincolo sia conformativo o espropriativo, spiega la Suprema Corte, occorre guardare all’atto di pianificazione urbanistica. Se il vincolo è specifico e riguarda una singola opera pubblica, tale vincolo deve qualificarsi come espropriativo e di questo non si deve tenere conto nella determinazione dell’indennità ex art. 32 dpr 327/2001

Indennizzo ex art. 44 e prescrizione dell’azione

L’azione ex art. 44 dpr 327/2001 spettante al proprietario non espropriato che abbia subito una diminuzione di valore del proprio bene a causa della realizzazione di un’opera pubblica, è soggetto esclusivamente a prescrizione decennale e non a decadenza. Il termine prescrizionale inizia a decorrere da quando l’opera è entrata in esercizio o comunque da quando il privato ha iniziato a subire il pregiudizio lamentato.

L’indennizzo delle aree prive di destinazione urbanistica

Cassazione civile sez. I, 18/04/2023, n.10289: “Ai fini della determinazione dell’indennità di espropriazione delle aree prive di pianificazione urbanistica, la stima non può risolversi in un mero esercizio qualificatorio dell’astratta natura dell’area, ma deve corrispondere all’effettivo valore di mercato di questa secondo le sue caratteristiche concrete espresse in termini monetari,

Retrocessione totale e retrocessione parziale

Consiglio di Stato sez. IV, 06/06/2023, n.5555Per la retrocessione totale viene in rilievo la definitiva inutilità del bene o comunque semplicemente la mancata attuazione dell’intera opera o finalità pubblica, per fattori sopravvenuti, difficoltà attuative o finanche errori di programmazione o di realizzazione, per cui non vi è ragione, ove la

Occupazione illegittima: non si matura la prescrizione dei diritti risarcitori

Consiglio di Stato sez. IV, 19/04/2023, n.3965 L’occupazione senza titolo di un bene, originariamente occupato per dare corso alla realizzazione di un’opera pubblica o di pubblica utilità e non acquisito alla proprietà pubblica mediante l’emanazione del decreto di esproprio, configura un illecito permanente i cui effetti lesivi si rinnovano di

Occupazione acquisitiva ed usucapione

Cassazione civile, sez. II, 28/06/2023, n. 18445 L’occupazione usurpativa di un fondo da parte della P.A. è compatibile con l’usucapione del fondo medesimo da parte dell’ente occupante, in quanto la totale assenza dei presupposti di esercizio del potere ablativo, che connota detta occupazione, lascia intatta la facoltà del proprietario di rivendicare

I danni da sconfinamento

La Suprema Corte di Cassazione indica nella giurisdizione ordinaria, e non in quella amministrativa, l’organo deputato al riconoscimento del risarcimento dei danni di sconfinamento

Espropriazione parziale di bene unitario ed immissioni inquinanti

Cassazione civile sez. I, 14/04/2023, n.9959. Nella determinazione dell’indennità di esproprio ex art. 33 dpr 327/2001, deve tenersi conto anche del decremento di valore della porzione residua del bene. Nell’ambito di tale valutazione, ricorda la Suprema Corte con questa sentenza, è necessario anche considerare le diminuite possibilità di utilizzo dell’area

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