Finalmente giustizia! Tutela associati in Basilicata
Un previsto esproprio già avviato con la dichiarazione di occupazione di urgenza, si tramuta in una mera occupazione temporanea dei beni. Giustizia fatta per i proprietari e ottenuta l' indennità di esproprio.
La vicenda si svolge in un paese della Basilicata, Lagonegro. la Regione, unitamente ad una società edilizia, progetta la realizzazione di un nuovo ospedale. Sull’area interessata (già di per sè molto discutibile in relazione al contesto ambientale complesso un terreno boschivo, in discesa, con presente un movimento franoso) vi sono due case abitate da due nuclei familiari. Il progetto ne prevede l’esproprio e la demolizione. I terreni, peraltro, risultano edificabili da lungo tempo.
Avvio delle procedure espropriative
La Regione Basilicata e la Società edilizia avviano quindi le procedure espropriative comunicando ai proprietario che la loro casa sarebbe stata abbattuta. viene proposta una indennità di espropriazione del tutto inadeguata. Se infatti il valore delle due abitazioni viene stimato in maniera adeguata, i terreni di cui viene prevista l’espropriazione per diversi ettari subiscono una proposta di indennità ad un valore del tutto inadeguato, sostanzialmente pari a quello di un terreno di montagna.
I signori dichiarano di rifiutare l’indennità relativa ai terreni chiedendo intanto il pagamento del valore delle abitazioni al fine di poter acquistare nuove case in cui andare a vivere, rimettendo poi a un successivo giudizio la determinazione della corretta indennità di espropriazione dei terreni.
In modo “ritorsivo” tuttavia la Regione e la società Edilizia rifiutano ai proprietari il pagamento delle abitazioni, sostanzialmente mettendoli davanti ad una forma “ricattatoria”: o accettare l’intera indennità anche per i terreni o non ricevere neppure la somma dovuta per le case sul cui valore le parti erano d’accordo. Di fronte al rifiuto di accettare la misera indennità offerta viene quindi messa in moto la forza pubblica, che costringe i proprietari ad abbandonare le loro case senza nulla aver ancora incassato.
Il nostro intervento
A quel punto i proprietari si rivolgono all’Associazione per chiedere giustizia e vedersi riconosciuti i loro diritti. Inizia quindi una feroce battaglia giudiziaria avanti il Tribunale di Lagonegro e alla Corte di Appello di Potenza…ma le soprese non finiscono.
Passati infatti 4 anni da quando i proprietari sono stati costretti a lasciare le loro case, anzichè procedere all’esproprio definitivo la Regione revoca il progetto di costruzione dell’ospedale e conseguentemente la dichiarazione di pubblica utilità del bene: ecco quindi che un previsto esproprio già avviato con la dichiarazione di occupazione di urgenza, si tramuta in una mera occupazione temporanea dei beni.
Muta quindi l’oggetto del contendere…. E la battaglia si sposta sulla determinazione dell’indennità dovuta ai proprietari visto che la Regione per l’occupazione delle case vuole riconoscere solo il valore degli interessi legali…e quindi un misero valore di un paio di migliaia di euro all’anno per averli cacciati ingiustamente e senza motivo di casa per 4 anni…
Ma alla fine giustizia è arrivata. E’ infatti appena uscita la sentenza della Corte di Appello di Potenza che infine accogliendo le richieste degli avvocati dell’Associazione ha condannato la Regione Basilicata a pagare circa 500.000 euro in favore di una famiglia e di circa 400.000 a favore dell’altra.
Anni e anni di ingiustizie, progetti impossibili da realizzare che passano sulla testa di povere persone… posizioni facilmente definibili come sostanzialmente ricattatorie da parte di chi dovrebbe tutelare il bene pubblico…. ma la storia insegna ….che la giustizia è pure possibile.
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Approfondimenti -> Indennità di esproprio provvisoria
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