L’immissione in possesso nei beni oggetto di espropriazione

Cos’è il verbale di immissione in possesso?

L’art. 24 del T.U. espropri prevede che l’esecuzione del decreto di esproprio debba essere posta in essere dalla Pubblica amministrazione entro 2 anni dall’emanazione del decreto.
Tale esecuzione avviene mediante la presa di possesso del bene espropriato. La presa di possesso del bene, peraltro, può precedere l’emissione del decreto di espropriazione nel caso particolare di occupazione di urgenza preordinata all’esproprio ex art. 22 bis dpr 327/2001.

Se quindi con l’emissione del decreto di esproprio l’ente diventa proprietario del bene, con tale adempimento l’ente acquista anche il possesso giuridico del bene stesso.
A comprova della presa di possesso viene stilato un verbale denominato verbale di immissione in possesso che certifica appunto il passaggio del possesso del bene. A tale verbale deve essere poi allegato un ulteriore atto denominato stato di consistenza del bene.
Entrambi gli atti devono essere redatti in contraddittorio con il proprietario espropriato che pertanto può aggiungere suoi documenti o sue dichiarazioni da riportare o allegare al documento.
Il contraddittorio risulta essere una fase essenziale del procedimento, tanto è vero che il Consiglio di Stato sez. I, nella sentenza 07/01/2020, n.15 ha evidenziato che il contraddittorio debba essere rispettato anche nel caso di procedura di urgenza ex art 22 o 22 bis dpr 327/2001.
Nel caso di assenza o di rifiuto alla firma del proprietario espropriato, che sia stato debitamente e per tempo avvisato, il verbale di immissione in possesso e lo stato di consistenza possono essere redatti dalla pubblica amministrazione alla presenza di due testimoni.
È interessante sottolineare che il possesso si intende trasferito anche qualora sia lasciata all’ex proprietario del bene la mera detenzione temporanea e quindi l’utilizzo dell’immobile espropriato.

A cosa serve lo stato di consistenza?

Se quindi il verbale di immissione in possesso è l’atto che formalizza appunto la presa di possesso del bene da parte della Pubblica Amministrazione, il Verbale di consistenza è un documento descrittivo dello stato dei luoghi e quindi descrittivo del bene che viene espropriato e degli eventuali manufatti e soprassuoli presenti in esso. Tale elemento risulta di fondamentale importanza ai fini della determinazione dell’indennità di espropriazione.
In caso di contestazione dell’indennità di espropriazione il verbale di consistenza farà fede dello stato del bene espropriato nonché della presenza e della condizione dei manufatti e soprassuoli in esso presenti. Tale elemento è di fondamentale importanza in quanto il bene è destinato ad essere trasformato per la realizzazione dell’opera pubblica e pertanto il verbale di consistenza resta l’unico elemento atto a provare lo stato del bene prima del passaggio di possesso in favore dell’ente espropriante.

Il verbale di consistenza costituisce atto pubblico

Interessante sul tema è leggere una recente sentenza della Corte di Cassazione. La Suprema Corte evidenzia la natura di atto pubblico del verbale e pertanto la piena efficacia probatoria del verbale di consistenza in quanto redatto da un pubblico ufficiale. Ciò fa sì che per contestare la veridicità di tale atto sia necessario addirittura proporre un giudizio di querela di falso.

Cassazione civile sez. I, 23/02/2022, n.5961: “In tema di occupazione destinata alla realizzazione di un’opera pubblica il verbale di consistenza redatto dal concessionario in quanto di attestazione della condizione dei luoghi, e quindi della intervenuta o meno pregressa occupazione al fine di realizzare l’opera pubblica, ha natura pubblica sia perché atto di esecuzione di un provvedimento della Pa che agisce “iure imperii” sia in ragione della qualità di pubblico ufficiale di colui che lo redige, posto che detto verbale è redatto a cura dell’ente espropriante o dei suoi concessionari, i quali, pertanto, esercitano per delega funzioni pubbliche; pertanto il verbale di consistenza, diversamente per i contenuti di stima ivi pure presenti, fa piena prova delle dichiarazioni delle parti e degli altri fatti che il pubblico ufficiale attesta essere avvenuti alla sua presenza, a norma dell’articolo 2700 del Cc, e resta come tale assoggettato alla querela di falso e, ancora, ricorribile in cassazione nei limiti e contenuti consentiti dal mezzo.”

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Approfondimenti -> Decreto di esproprio

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