La apposizione del vincolo preordinato all’esproprio

Abbiamo visto come la prima fase del procedimento espropriativo consista nella apposizione del vincolo preordinato all’esproprio. È il caso, però, di approfondire un po’ la natura e le conseguenze di questo vincolo e soprattutto le differenze che corrono fra vincolo espropriativo e vincolo conformativo.

Le caratteristiche del vincolo espropriativo

Il vincolo espropriativo è una sorta di prenotazione del bene da parte della pubblica amministrazione che pensa di realizzare su quel bene un’opera pubblica o un’opera di pubblica utilità. È inevitabile constatare come questo comporti una forte compressione del diritto di proprietà.

Differenze tra vincolo espropriativo e vincolo conformativo

Conseguentemente la legge, anche sulla scorta di una famosa pronuncia della Corte Costituzionale risalente già agli anni ’60, evidenzia come questa compressione del diritto non possa essere a tempo indeterminato, ma sostanzialmente duri esclusivamente 5 anni. Quindi, la pubblica amministrazione, entro 5 anni dalla approvazione del vincolo, deve decidere se realizzare l’opera pubblica oppure no, perché se entro i 5 anni non approva un progetto, il vincolo viene a decadere e quindi la pubblica amministrazione non può più legittimamente eseguire i lavori.

Diversamente un vincolo conformativo ha una durata a tempo indeterminato, ma non costituisce presupposto valido per l’emissione di un decreto di esproprio.

Continua a scoprire nel video le differenze tra vincolo espropriativo e vincolo conformativo.